Non c’è estate senza gelato e… senza qualche polemica. Grom la nota catena di gelaterie ha dovuto togliere la dicitura “Artigianale” da sito e pubblicità
In estate parlare di gelato è pressoché obbligatorio. Del resto, le gelaterie sono sempre più numerose. Sarebbero, infatti, 37 mila quelle presenti in Italia, circa 100 mila quelle in tutto il mondo. Cifre che dicono come il gelato sia una nostra specialità, un prodotto tipico e – perché no? – un vero e proprio simbolo del made in Italy gastronomico. Parlare di gelato in questa torrida estate, però, significa anche dire di una polemica scoppiata riguardo la dicitura “Gelato Artigianale”. Il CODACONS (l’associazione delle associazioni che difendono i consumatori), infatti, ha diffidato Grom dall’utilizzare la dicitura “artigianale”.
Il suo non sarebbe un gelato propriamente artigianale perché non preparato in ogni punto vendita. Le miscele sono preparate da Grom nel suo laboratorio di Mappano di Caselle, provincia di Torino, e distribuite in tutti i negozi in tutto il mondo pastorizzate e congelate. I negozi, con la miscela ricevuta, procedono allo
scongelamento e alla mantecazione, per la realizzazione del prodotto venduto ai consumatori.
Questo, ovviamente, non significa che il gelato di Grom non sia buonissimo, prodotto con latte di alta qualità, uova di galline allevate a terra e senza coloranti e aromi emulsionanti.
La questione, semmai è che in Italia non c’è una legge che definisce cosa sia artigianale e cosa no. Ancor peggio non c’è nessuno che spieghi che fare un buon gelato, soprattutto fresco, non è semplice e richiede esperienza e la capacità di miscelare solidi e liquidi, bilanciando zuccheri, grassi e proteine. Si parla spesso di tutela dei prodotti italiani a volte, però, ci si dimentica che per farla seriamente bisognerebbe iniziare dal nostro Paese.