Un articolo del Corriere della Sera che presenta una torrefazione artigianale è l’occasione per approfondire la conoscenza del caffè e della torrefazione
Dal Corriere della Sera del 21 marzo
Ristretto, amaro, decaffeinato, doppio, in tazza grande, marocchino o macchiato freddo. Sono solo alcuni degli innumerevoli modi che abbiamo per gustare un caffè. Qualcuno li ha contati ed è arrivato a più di cento, solo restando in Italia. Per molti, del resto, è un rito irrinunciabile. Uno dei pochi piaceri senza rischi che ci riserva la vita. Ma se la quantità di zucchero o di latte può variare, quel che non può mutare è lo spessore della crema, almeno un paio di millimetri, la sua persistenza e il colore nocciola, nonché l’aroma con sentori di cioccolato, frutta e pane tostato. Perché il modo di berlo può essere soggettivo, ma la qualità no.
Ed è proprio per inseguire la qualità del suo caffè che Vittorio Lattuada, nel 1997, dopo aver aperto una prima caffetteria, ha intrapreso un percorso che l’ha portato a viaggiare e a seguire corsi di formazione sulla degustazione e sulla produzione in tutto il mondo, in modo da poter offrire ai suoi clienti il miglior caffè possibile. Da queste esperienze nascono i locali Rossoespresso, seguiti dalla torrefazione e da un
laboratorio di pasticceria. Al centro resta, comunque, sempre il caffè e quello Rossoespresso è speciale. Si tratta, infatti, di una selezione delle migliori miscele: solo caffè Arabica, proveniente da piccole piantagioni – in molti casi presidi Slow Food – e persino da piante spontanee, che crescono liberamente e naturalmente.
Altrettanto importante, però, è la tostatura. Del resto, già Pellegrino Artusi sosteneva che è questa che determina la qualità di un buon caffè. E quella di Rossoespresso è artigianale e si fonda sui criteri della fresh roastery, un innovativo processo di produzione in cui le monorigini – ossia i chicchi provenienti da una sola piantagione – sono tostati singolarmente. Il risultato finale è un caffè dal gusto unico: aromatico, dolce e corposo. Un prodotto che, una volta tostato, miscelato e confezionato, dopo soli 3 / 4 giorni di riposo, è pronto per essere degustato in tutta la sua freschezza. Una miscela fresca, infatti, mantiene meglio l’aroma. E qui la dimensione artigianale di Rossoespresso fa la differenza. I chicchi, infatti, sono tostati solo su richiesta e in base alle necessità del momento. E questo non solo per le caffetterie Rossoespresso, ma anche per i locali dove il caffè è distribuito.
Dal 2013, infatti, sono già una quarantina tra Piemonte e Lombardia quelli che hanno scelto di differenziarsi proponendo un prodotto artigianale di alta qualità. Tutti accuratamente selezionati – perché servire un caffè espresso d’eccezione richiede anche la giusta formazione, la macchina adatta e un ambiente adeguato – e che intendono distinguersi per la ricercatezza della loro proposta. Tra questi, solo per citarne alcuni, Ricci Milano, il bar ristorante di Joe Bastianich e Belen Rodriguez e il Taglio, raffinato locale gourmet in zona Navigli.
Dal 2014, inoltre, è possibile gustare il caffè Rossoespresso anche a casa, grazie alle capsule compatibili con le più diffuse macchine sul mercato.
Attualmente, sono quattro le varietà di caffè Rossoespresso: Gustavo, dal gusto corposo e persistente, con
un elegante aroma di cacao che si unisce al caramello e una leggera nota di agrume; Amalia, più delicato e morbido con sentori di cioccolato al latte e note fruttate; Duccio, il decaffeinato, intenso e corposo con sentori di cacao e cereali addolciti da note di frutta matura; infine, Hero, che all’aroma del caffè unisce la carica energetica dell’estratto di gin-seng.
Rossoespresso: viale Borri 146 Varese tel 0332 23 83 19 - www.rossoespresso.it – torrefazione@rossoespresso.it