Il portale ci consente di dire quel che pensiamo. La sua attendibilità, però, sembra essere un problema. Colpa del sito o di chi lo usa in modo improprio?
Il falso creato dalla rivista Italia a Tavola mostra i limiti del portale americano e delle recensioni online. Forse il problema è non prenderlo troppo sul serio. TripAdvisor offre diversi vantaggi: il primo che, finalmente, consente a tutti di dire la propria. Per questo può essere utile per scegliere un ristorante o un albergo, ma non è infallibile e non può essere preso come l’unico criterio di giudizio. Anche le guide più affermate, del resto, hanno mostrato limiti e sono spesso cadute in errore.
Per i ristoranti, inoltre, il giudizio non è mai oggettivo. La classificazione, infatti, differisce da guida a guida e i criteri raramente sono verificabili. Persino tra gli alberghi, dove i criteri per le stellette sono più obiettivi, non c’è una vera e propria classificazione internazionale accettata universalmente.
E, intanto, i ristoratori si mobilitano contro TripAdvisor e le false recensioni.
Di seguito riportiamo un articolo che spiega come un locale falso di Moniga del Garda, grazie a dieci recensioni ‘tarocche’, abbia conquistato la vetta del portale americano di viaggi
Giovanni Cedrone per Repubblica.it
Hanno creato un falso profilo di un ristorante e in un mese, con 10 false recensioni, sono riusciti a farlo salire in testa alle classifiche di TripAdvisor. Tutto questo per denunciare, ancora una volta, quanto sia facile ‘alterare’ le graduatorie del portale americano di viaggi che pubblica le recensioni degli utenti riguardo hotel, ristoranti e attrazioni turistiche e che già a dicembre aveva ricevuto una ‘salata’ multa (500mila euro) dall’Antitrust perché, nel pubblicizzare la propria attività, “enfatizza il carattere autentico e genuino delle recensioni, inducendo così i consumatori a ritenere che le informazioni siano sempre attendibili, espressione di reali esperienze turistiche”.
Questa volta è stata un’iniziativa della rivista ‘Italia a Tavola’ a mettere in risalto i limiti del portale quotato al Nasdaq di New York: Italia a Tavola, insieme ad alcuni ristoratori, ha prima creato il profilo falso del ristorante “Scaletta” a Moniga del Garda (Brescia). Poi ha iniziato la seconda operazione, quella dei commenti ‘tarocchi': ne sono bastati dieci di eccellenza per far balzare l’inesistente ‘Scaletta’ in cima alla classifica, superando anche “L’Osteria H2O” che era il primo in classifica e che può vantare oltre 300 recensioni, di cui 201 con valutazione “eccellente”.
Lo scorso agosto era accaduto un caso simile con la segnalazione di Federalberghi: nella pagina dell’hotel Regency di Roma, chiuso dal 2007, Tripadvisor avrebbe continuato ad accettare recensioni degli utenti.
L’obiettivo dell’iniziativa è chiaro: evidenziare la presunta mancanza di controlli di TripAdvisor che nè ha verificato l’indirizzo del “Ristorante Scaletta” (inesistente quello indicato), nè si è accorto che il numero di telefono indicato corrispondeva a un vecchio numero della Polizia municipale di Manerba del Garda. Appena dieci minuti dopo la pubblicazione della notizia, TripAdvisor ha successivamente provveduto prima a cancellare le recensioni e le fotografie del “Ristorante Scaletta”, poi a cancellare l’intero profilo.
Il portale americano respinge le accuse, sottolinea di essere “fortemente impegnato a garantire che i contenuti su TripAdvisor forniscano una fonte d’informazione utile e affidabile per coloro che pianificano un viaggio ovunque nel mondo” e contesta il metodo adottato dalla rivista: “Creare recensioni o profili aziendali falsi solo per cercare di coglierci in fallo è un esperimento del tutto privo di senso, trattandosi di una pratica che differisce dalle frodi che monitoriamo e individuiamo quotidianamente. Sappiamo che quando un frodatore cerca di manipolare le classifiche sul nostro sito si lascia alle spalle degli schemi che abbiamo modo di tracciare e che tracciamo”. Poi la nota dell’azienda sottolinea che postare recensioni false “oltre ad essere una violazione dei nostri termini di servizio e una pratica non etica è anche una violazione della legge in molti paesi e viola i termini del Codice del Consumo italiano”.
Il problema però resta aperto. Secondo ‘Italia a Tavola’ “TripAdvisor è un sistema troppo aperto e soggetto a qualunque tipo di frode. Ed è proprio per questo motivo che le sue classifiche non possono essere prese per valide. Così come è accaduto per i commenti della falsa Scaletta, c’è da aspettarsi che lo siano anche molti di quelli registrati su locali che magari pagano per stare ai primi posti”. Un sistema “dannoso e ingannevole” per la rivista che ha anche lanciato la campagna #NoTripAdvisor contro “l’anonimato, le false recensioni e le classifiche truccate”.
La proposta del quotidiano è semplice: per pubblicare un commento dovrebbe essere obbligatorio mostrare la ricevuta fiscale come prova della propria presenza in quel locale o albergo. Un sistema che certamente renderebbe più complesso scrivere recensioni fasulle, ma che tuttavia ancora non garantirebbe al 100% la veridicità dei commenti.